Argimusco e Bosco di Malabotta
Situato tra i monti Peloritani ed i monti Nebrodi, il bosco di Malabotta (700 – 1300 m slm) è un’area di eccezionale valore naturalistico, il bosco per eccellenza, anche se andrebbe annoverato fra le foreste per la sua naturalità.
Straordinario è il suo valore ecologico, non solo per l’integrità, ma soprattutto per l’accentuata diversità ambientale, in relazione all’estensione in altitudine della riserva. Si tratta di una vasto comprensorio naturale fra Roccella Valdemone e Montalbano Elicona, dove su sedimenti ora argilloso-arenacei, ora su rocce alluvionali e calcaree si è spontaneamente formato un ecosistema ricchissimo di flora e fauna.
Nella riserva si alterano diversi ambienti e si può passare facilmente dal bosco alla prateria, da ambienti umidi torrentizi a rupi scoscese.
La vetta più alta è a 1341 metri con il monte Croce Macina.
La riserva è caratterizzata da un fitto bosco con alberi centenari, ora aperti a vaste radure abitate dai suini neri, ora con torrenti impervi in cui si riproduce la rara trota macrostigma (come ad esempio nelle limpide acque del torrente Licopedi, foto).
In genere il bosco è costituito da secolari querce (di oltre 30 metri di altezza), pini, noccioli, castagni, pioppi e aceri.
La faggeta, nel territorio di Montalbano Elicona, forma uno splendido bosco ancora integro che si estende per circa 80 ettari.
Nelle zone in cui l’azione del pascolo è notevole, il paesaggio è caratterizzato da arbusti di agrifoglio (pianta relitta) il quale, come l’alloro e il tasso, è testimone antichissimo di flore di epoche precedenti all’ultima glaciazione, quando il clima della Sicilia era di tipo tropicale(intorno a 2 milioni di anni fa).
Il sottobosco conta il biancospino, la rosa selvatica , lo sparzio spinoso ed offre riparo a volpi e cinghiali, donnole e martore.
I boschi della riserva sono popolati dallo sparviero, dal falco pellegrino, dalla poiana, gheppio, aquila reale …
Il bosco è ricco di volpi, conigli, ghiri, istrici, gatti selvatici …
Deviando dalla strada che conduce al bosco di Malabotta si accede alle Rocche dell’Argimusco, altopiano che si eleva ad un’altezza superiore ai mille metri.
Su questo vasto pianoro s’innalzano enormi e misteriosi megaliti(foto) di calcare che ricordano i menhir e i dolmen e che assumono le misteriose forme dell’aquila, di simboli della fertilità, di volti umani, di mammut … scatenando in molti l’idea che in passato questo sia stato un luogo sacro, dove si consumavano antichi riti propiziatori.
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