Capo Gallo
La riserva omonima è costituita dal Monte Gallo, di origine carbonatica, formatosi dal Mesozoico (225 milioni di anni fa) all’Eocene medio (54 e 33,7 milioni di anni fa).
Tale monte terminando in un promontorio chiamato Capo Gallo separa i golfi di Mondello e Sferracavallo.
E’ un posto splendido, il cui fascino è accresciuto dall’essere così vicino al mare.
Fondamentalmente, Capo Gallo consta di due parti: una a ridosso del mare e l'altra in cima.
Alla vetta si arriva dal centro cittadino all'altezza di Partanna Mondello.
Una trazzera che si addentra tra i boschi sale con un panorama mozzafiato a 541 metri di altezza dove si trova un faro, il cosiddetto Semaforo.
Totalmente in stato di abbandono esso è divenuto oggetto di attenzione da parte del cosiddetto eremita, una sorta di artista-credente-bizzarro che ha mosaicato tutte le stanze dell'edificio, rendendolo praticamente una sorta di gioiello senza paragoni.
Un capolavoro assoluto, per dirla in termini veloci reso ancora piu particolare dal continuo rimodellamento che ne fa l'eremita, che toglie ed aggiunge minuscoli frammenti di pietra e di vetro quasi giornalmente.
Un'opera straotrdinaria realizzata dalla "lucida follia" di un essere umano.
Credo che sia una delle cose che piu vi sorprenderà nell'intera vostra vita di viaggiatori!
Lasciamo la vetta e prendiamo il percorso a ridosso del mare.
Esso unisce le borgate di Mondello con quella di Sferracavallo e regala scorci veramente fiabeschi di costa.
Proprio nell’estremità più vicina al mare è un romantico faro (foto).
Questa montagna carsica, presenta numerose grotte che nella quasi totalità dei casi sono state abitate dall’uomo e che hanno restituito importantissimi reperti archeologici.
Tra le più importanti c’è la Grotta Regina, la più grande tra le cavità della Marinella che si affaccia sulla Fossa del Gallo a 130 m s.l.m., dominando il mare. L’antro rimane riparato alla vista perché coperto da enormi massi che ne rendono difficoltosa anche la perlustrazione . L’ipogeo è l’unico santuario punico scoperto sino ad oggi nel Mediterraneo. Le pareti della Grotta Regina, dritte e lisce, conservano centinaia di iscrizioni e di disegni di periodi diversi, che rappresentano figure umane e animali fra le quali si distinguono un guerriero punico, un orso, un cavallo, un braccio avvinghiato da un serpente, tre navi e, quindi, preghiere, suppliche, firme. Le epigrafi in lingua punica del VII sec. a.C confermano la presenza di gruppi fenicio-punici di commercianti; grazie all’unico disegno finora conosciuto, che si trova sulla parete sinistra, si può sapere come era fatta una nave da guerra cartaginese, rappresentata in tutti i particolari. Ma questa grotta non fu frequentata solo da punici di cui si hanno tante notizie: reperti ceramici trovati dopo campagne di scavo testimoniano il passaggio di romani, arabi e colonizzatori medievali.
Una delle grotte più affascinanti, quella dell’Olio, si apre a pelo d’acqua facendo la felicità degli escursionisti via mare. La sua costa è caratterizzata dal “trottoir a vermeti” (una biostruttura tipica del Mar Mediterraneo, costituita dai gusci calcarei di molluschi della famiglia dei Vermetidi).
I suoi fondali, ancora ricchi di una fauna e di una vegetazione colorata, accolgono ancore, anfore e il relitto di una nave cartaginese.
In una grotta di Monte Gallo, i ritrovamenti paleontologici hanno restituito tracce dell’elefante nano (un elefante di piccola taglia), vissuto sia in Sicilia che a Malta, ippopotami e altri mammiferi vissuti tra 230.000 e 170.000 anni fa (Pleistocene medio): in piena glaciazione Riss (la penultima).