La Conca d’Oro (ed il fiume Oreto)
Avvolta da monti da entrambi i lati ed attraversata al centro dal fiume Oreto il quale, insieme alle montagne, si tuffa nel mar Mediterraneo, era quello che adesso non è: un giardino di fiori, frutti, acqua e soprattutto agrumi (dal caratteristico colore dorato, da cui il nome).
Ci rimangono i racconti degli antichi scrittori ed un semplicissimo sforzo di immaginazione che ci permette di carpirne facilmente la “Bellezza perduta”.
Basta salire su uno di questi monti e da lassù fare diventare fiumi, boschi, alberi di arance e limoni… le sottostanti case.
Palermo era adagiata ai piedi del monte Pellegrino a nord,con il limite meridionale della città rappresentato dal Palazzo Reale, in piazza Indipendenza. Da qua in poi si usciva dalle mura, infilandosi in questa favolosa area degna del Paradiso terrestre dove animali e piante insieme a fiumi e laghi … beh avete capito !
Qua molti re avevano costruito i loro luoghi di sollazzo (i “solacia”) dove si dilettavano tra piscine e giochi vari d’acqua immerse in ettari di natura.
Molti di questi “solacia” ancora gravitano qua e la a Palermo e dintorni.
Tra essi ricordiamo: Maredolce, la Cuba soprana, la Cuba Sottana e la splendida Zisa (foto).
Ed allora immaginiamo questi re, a bordo di carrozze, uscire dal Palazzo Reale …
La Conca d’Oro termina, idealmente, con l’alta valle del Fiume Oreto e quella limitrofa dello Jato, vero e proprio scrigno di storia che conserva tracce di mulini, ponti, città archeologiche (Jato), grotte preistoriche (grotta Mirabella) oltre che un delizioso contesto paesaggistico.
Chiamato dagli arabi Wādī al-ʿAbbās esso è lungo circa 20 chilometri, ed una volta entrato a Palermo sfocia nel mar Tirreno. Ha un corso prevalentemente torrentizio.
Lungo il corso del fiume si trovano numerosi ponti, di cui il più famoso è proprio a Palermo: il ponte dell’Ammiraglio, del XII secolo !
Moltissimi e bellissimi i sentieri all’interno della vallata.