Museo Geologico Gemmellaro
Museo bellissimo, affascinante, emozionante !
E’ ospitato nelle sale universitario della facoltà di Scienze della Terra di Palermo.
Andiamo a passeggiarlo tra animali di 250 milioni di anni fa, elefanti nani, preistorici siciliani …
Sala Burgio
Il percorso parte dai fossili del Permiano della Valle del Sosio (circa 250 milioni di anni fa) e continua attraverso i fossili più rappresentativi dell’Era mesozoica, tra cui spicca una spettacolare collezione di Ammoniti (in foto uno di essi).
L’Era cenozoica è testimoniata, oltre che dai numerosi resti di coralli, dall’olotipo di Neosqualodon gemmellaroi (specie istituita da Fabiani e dedicata al fondatore del Museo).
Notevole, tra l’altro, una collezione di denti di squalo di notevoli dimensioni,
Il Pleistocene marino è testimoniato dagli ospiti nordici e senegalesi, molluschi marini riferiti rispettivamente a periodi freddi e caldi.
Altra grande collezione è quella costituita da alcuni fossili rappresentativi della fauna del vicino monte Pellegrino.
Sala dell’uomo
E’ dedicata alla prima presenza umana in Sicilia ed in particolare aThea, femmina siciliana, non proprio bellissima, di 17.000 anni fa !
Thea, difatti, è il nome “affettuosamente” dato ad uno scheletro umano proveniente dalla Grotta di San Teodoro ad Acquedolci (Me). La trogloditica signora era alta 1,65 m, ed ha vissuto nel Paleolitico superiore.
Oggi, grazie alle nuove tecniche scientifiche è stato possibile ricostruirne il volto.
Le sepolture paleolitiche della Grotta di San Teodoro hanno offerto dati di eccezionale interesse per la conoscenza del rito di inumazione dei più antichi abitanti della Sicilia. Complessivamente sono stati rinvenuti i resti appartenenti a 7 individui di cui 3 attribuiti a femmine e 4 a maschi.
La forma del cranio è dolicomorfa cioè lungo stretto e alto con mandibole robuste.
Sala dei cristalli
Circa 6,4 milioni di anni fa, in un momento del Miocene superiore chiamato Messiniano, il Mediterraneo si prosciugò (a causa della chiusura dello stretto di Gibilterra).
Il prosciugamento portò alla morte (chiaramente) dei pesci, che precipitarono, insieme a tutte le sostanze minerali, nel fondo marino. La storia vuole che, successivamente, imponenti movimenti geologici portarono al sollevamento di questi fondali che oggi costituiscono la cima di molte montagne siciliane.
Motivo per il quale si trovano pesci fossilizzati e conchiglie a non finire su molti altopiani dell’isola.
Ma non solo. Per precipitazione chimica, migliaia di metri cubi di rocce evaporitiche si depositarono in varie zone.
Da questi depositi, noti in geologia con il nome di “serie gessoso-solfifera”, provengono i ben noti cristalli siciliani estratti durante la coltivazione di miniere di salgemma, di zolfo e di sali potassici.
Sala degli Elefanti
In Sicilia c’erano i famigerati Elefanti nani !!!
La sala è dedicata agli animali che popolarono la Sicilia durante il Pleistocene medio-superiore, tra 500 mila e 120 mila anni fa. Gli elefanti, in particolare, giunsero nell’isola dalla penisola italiana a seguito delle variazioni climatiche che, provocando oscillazioni del livello del mare, portarono alla formazione di “ponti” consentendo il popolamento della Sicilia con successive ondate migratorie. In quel periodo la popolazione animale dell’isola era costituita da elefanti, ghiri, tartarughe, ippopotami, cervi, buoi, bisonti, orsi, lupi, iene, leoni. L’alternarsi di periodi di connessione con periodi di spiccata insularità, provocato dalle variazioni delle condizioni ambientali, determinarono vistose forme di adattamento portando al gigantismo di alcune specie e al nanismo di altre. Il caso più vistoso di nanismo è riscontrato negli elefanti, che hanno dato origine a due specie caratterizzate da taglia ridotta. Il gigantismo ha invece interessato piccoli roditori e tartarughe.
Nella sala, oltre alla ricostruzione della filogenesi dei proboscidati, illustrata con modelli in scala 1:5, sono esposti esemplari di elefanti di taglia ridotta, tra cui un esemplare completo di Elephas mnaidrensis, montato in connessione anatomica. Un reperto unico è costituito da un calco encefalico naturale in travertino di elefante nano.