Museo Regionale di Messina
Ospitato presso l’ex filanda Barbera-Mellinghoff, costruzione tardo-ottocentesca, il museo di Messina presenta diversi dipinti ed opere scultoree (XII-XVIII), di personalità del calibro di Antonello da Messina, Girolamo Alibrandi, Polidoro e Caravaggio, che furono i grandi maestri della cultura artistica messinese.
Ma non solo quadri: ad esempio anche preziosi manufatti decorativi di grande rilevanza.
Il museo ha le sue punte di diamante in 10 opere delCaravaggio (con le sublimiAdorazione dei pastori eResurrezione di Lazzaro, entrambe del 1609, su tutte) e nel Polittico di S. Gregorio e nellaMadonna col bambino benedicente, entrambi del 1474, di Antonello da Messina (in foto la Resurrezione di Lazzaro e la Madonna col bambino benedicente)
Nella settima Sala sono esposte opere in altorilievo su marmo di squisita fattura, tra queste: l’Adorazione dei Pastori; e la Dama con liocorno di Rinaldo Bonanno.
A maestranze di epoca normanna (secolo XI) è attribuita la coppia di pilastrini con iscrizioni cufiche e motivi fitomorfi.
Un secolo dopo fu eseguito il fonte battesimale di Gandolfo, firmato e datato (1134), con quattro testine lavorate a mezzo tondo.
Sempre dello stesso periodo è attribuito il capitello marmoreo con motivo decorativo a foglie d’acanto e viticci; mentre di impronta gotica è il capitello con uccelli e volti umani.
Inoltre, nell’atrio interno del museo sono stati ricomposti alcuni portali, provenienti da chiese distrutte, come quello trecentesco della chiesa di Santa Maria della Scala, con tralci di vite e grappoli d’uva nella fascia degli stipiti e nell’architrave.
Diversi gli intarsi appartenenti a diverse culture.
Segnaliamo le opere di Girolamo Alibrandi, pittore di grande vena artistica, definito il Raffaello di Messina per aver collaborato col grande artista italiano, a Roma.
In foto il suo San Paolo.
L’arte decorativa lignea è presente, tra gli altri, con travi dipinte a tempera dei secolo XIII e XIV provenienti dal soffitto del Duomo e con un quattrocentesco Crocifisso ligneo di ignoto maestro, in stile catalano.
Lo stile essenziale e rigoroso, la purezza delle linee, la serenità sublime del volto del Cristo, fanno di quest’opera di raffinata bellezza un autentico capolavoro d’arte.
Sono esposte inoltre opere eseguite con tecnica a mosaico da mosaicisti messinesi: la Madonna in trono, d’epoca angioina; e la più rinomata, duecentesca, Madonna della Ciambretta lavoro di maestranze bizantine e locali.
Moltissimi gli arredi sacri tra i quali spiccano: un graduale del 1481 opera di un frate dalmatico; alcune testine ed uccelli in seta policroma su fondo avorio; perline, coralli e pietre dure; il paliotto detto della Ciambretta del secolo XVII lavorato a ricami con fili d’oro ed argento…
Dalla bottega di Francesco Donia proviene il secentesco calice, egregiamente lavorato.