Pergusa (Cozzo Matrice)
Enna, l’ombelico di Sicilia, è il comune più alto d’Italia con i suoi quasi mille metri d’altitudine.
Un bellissimo castello troneggia nel più alto punto della città da cui nel corso dei millenni Enna ha osservato la Sicilia, proprio come fosse il grande occhio dell’isola.
Cittadina dalla forte impronta medioevale, alle sue pendici presenta il lago di Pergusa, affascinante e misterioso specchio d’acqua.La leggenda vuole che da un anfratto nei suoi pressi (Cozzo Matrice, vedi a seguire) fosse stata rapita la bella Core dal dio degli inferi (che era anche suo zio) : Ade per i Greci, Plutone per i Romani.Mamma Demetra, dea della fertilità, chiese aiuto a suo fratello Giove (non uno qualunque), minacciandolo che avrebbe scatenato la carestia su tutto il pianeta se non avesse sistemato la faccenda.
Giove, che per natura era uno che di problemi ne voleva sapere il meno possibile, tagliò la torta, per non sbagliare, in due parti perfettamente uguali.
Stabilì, difatti, che per sei mesi l’anno Kore stesse sotto terra con il marito-rapitore e durante gli altri sei risalisse in superficie dalla madre. Il giorno di questo suo ritorno fu stabilito nel 21 Marzo: il primo giorno di Primavera, che riempie la Sicilia di fiori e frutti per 6 mesi. Grazie a mamma Demetra che così manifesta da 2500 anni la sua felicità.Al di là dell’aspetto mitologico, bisogna considerare quello che è l’aspetto più affascinante e storico della vicenda: ovvero che il culto di Demetra (e Kore) è stato per millenni il più venerato ed importante dell’isola, testimoniato da infiniti ritrovamenti di opere varie (statue, incisioni, monete … ) dedicati alle due donne.
Qua, tra l’altro, siamo a due passi da Morgantina da dove proviene la stupenda Venere di Morgantina (probabilmente Demetra, appunto).
Il posto dove avvenne questo rapimento si trova a nord-ovest del lago di Pergusa, su cozzo Matrice (855 metri s.l.m.).
Vi si sale agevolmente e durante l’ascesa è questo famigerato antro a guidarvi verso la cima (per l’esattezza ci sono due grotte in cima: quella leggendaria è la prima che incontrate arrivando, ovvero quella di nord-ovest; avendo frontalmente questo anfratto, alla sua destra poco oltre, ve ne è un altro).
Cozzo Matrice è un posto bellissimo, che in un colpo solo inquadra perfettamente la Sicilia dell’entroterra, premiandola per quella che è: la perfezione bucolica.
Pecore e pecorai pascolano ai suoi bordi; dalla sua cima si può volteggiare a braccia aperte e vedere la vallata estendersi a perdifiato tra campi di grano, orizzonti di collinette, un cielo limpido come l’azzurro di un colore a spirito; una vegetazione selvaggia e agricola contemporaneamente.
Si respira l’aria del mistero e della potenza della natura. Il sottostante lago di Pergusa è un occhio d’acqua che colora perfettamente questo dipinto di Dio.
E le rovine di un antico insediamento completano l’opera.
Tutto attorno tracce di un lontanissimo passato: un ambiente rituale scavato nella pietra, ruderi di una officina della età del Rame, buche nella roccia per l’inserzione dei pali delle capanne e tracce di alcuni focolai.
Nella parte sud-ovest del cozzo si vedono diverse grotte rupestri, probabili insediamenti preistorici ed una bella necropoli.
Proprio in cima si osservano i ruderi di quello che forse era il santuario più importante.
Chissà quanta venerazione vi era da questa parti per la dea delle dee siciliane: Demetra.