Polizello
In un contesto spettacolare, dove la Sicilia dell’entroterra si esalta con le sue verdi colline, ecco la sede di un’importantissima città del passato.
L’insediamento è articolato su diversi livelli, sfruttando una serie di ampie terrazze, che si aprono sulle pendici scoscese della montagna.
I primi abitanti erano siciliani che da poco avevano lasciato la clava. Siamo nel Bronzo antico (2000 a.C.) e si viveva in capanne circolari che avevano il tetto in frasche o paglia e la struttura portante in pietra dove erano infissi dei legni.
Giungendo in vetta, quello che più di tutto colpisce (panorama compreso, naturalmente), sono certamente alcuni recinti sacri, circolari: sacelli (foto 2), dell’VIII-VI secolo a.C., che rappresentano i luoghi di culto e i thesauroi, dove venivano conservate le offerte votive (una sorta di cassa statale in tempi di guerra).
Sembrano avvolgere il visitatore con la loro forma a cerchio e le loro banchine.
Sul lato orientale dell’acropoli, a ridosso del muro di temenos è stato individuato un grande edificio residenziale, composto da più ambienti, con tetto in tegole a singolo spiovente, databile alla fine del V secolo a.C., e denominato Casa del Temenos.
La pendice orientale di Polizello è costellata da una necropoli con tombe a grotticella (2000 a.C.), a camera rettangolare, priva di dromos, con inumazioni plurime a carattere familiare.
Polizello ha restituito alla Storia magnifici ritrovamenti conservati in diversi musei della Sicilia. Forse il simbolo di Polizello è il suo bellissimo ed inesplicabile bronzetto votivo a forma di tridente (foto 3) che si trova nel museo di Caltanissetta.
Polizello deve il suo nome al fratello dei più noti Gerone e Gelone (tiranni Siracusani).