Selinunte
Selinunte
Altra poderosa città del periodo greco della quale oggi si conservano diversi ruderi che dominano l’acropoli, affacciandosi sul mare Africano. Selinunte fu fondata dai greci nel VII sec. a.C. ed è stata eternamente in lotta con la vicina Segesta. Significa “prezzemolo” (da selinon, in greco) perché da questa parti cresceva (e cresce) copioso.
Il suo Parco Archeologico, di 40 ettari, è caratterizzato da una serie di collinette a strapiombo sul mare, attraversato dal fiume Selinos e sulle quali si sviluppano i ruderi dell’antica e potente cittadina.
Un trenino-navetta, da poco istituito ne facilita la visita che di per se sarebbe veramente molto faticosa (in estate il caldo è veramente tanto da queste parti).
Si inizia con la collina orientale (nella mappa a destra) dove sono i ruderi di diversi templi tra cui spicca certamente il tempio E (foto; e nella mappa è il più grande a destra), quello meglio conservato. Probabilmente dedicato ad Hera, misurava 70,18 m x 27,65 m, e per armonia, proporzione, simmetria, è classificato come uno dei migliori esempi di architettura dorica nel mondo.
Le metope (foto), eccezionali sculture in pietra che lo decoravano fanno parte del mondo della “Bellezza”: scolpite nel tenero calcare tufaceo raffigurano “Atena ed Encelado”, “Apollo e Dafne”, Zeus ed Hera”, “Eracle e Antiope” e “Artemide ed Atteone”. Esse si conservano al Museo Regionale Archeologico di Palermo.
Tra macerie e splendidi panorami costieri, con il mare che fa ben capire quale doveva essere la situazione ai tempi, quando le sue acque erano piene di navi, ci si sposta verso l’acropoli (nella mappa al centro, tra i due specchi d’acqua), preceduta da un bel tratto di cinta muraria con accenni di porte. Siamo dentro la città, camminando su due larghe strade che si intersecano tra loro. Ci si sente catapultati nel passato con ruderi di edifici di varia natura che ci avvolgono da tutti i lati. La maestosità delle rovine glorifica l’antico fasto di Selinunte.
Tra i numerosi templi che adornavano l’enorme acropoli spiccano certamente i ruderi del tempio di Apollo (tempio C) delle dimensioni di 63 metri per 24. Anche in questo caso, le metope conservate al museo di Palermo, lasciano assolutamente senza parole: Apollo con la quadriga, Eracle ed i Cercopi, Medusa che uccide Perseo (foto) Nella parte più bassa dell’acropoli, verso il mare, consigliamo assolutamente di affacciarsi su di esso.
All’opposto del mare, verso nord quindi, un viottolo conduce dalle fortificazioni dell’acropoli al centro abitato di Selinunte (la parte più alta al centro della mappa), sulla collina di Manuzza dove era l’agorà. Qua sono anche i pochi ruderi di quello che doveva essere un imponente edificio pubblico a blocchi di tufo.
Ritorniamo sempre all’acropoli e proseguiamo verso occidente. Arriveremo, superato l’epico fiume Selinon, nella parte più bassa di Selinunte dove si trovano altri imponenti ruderi, appartenenti ad un classico santuario fuori le mura: il santuario di Demetra Malophoros (foto) alla quale si accedeva attraverso un propileo coperto, con due frontoni alle estremità: qui erano due altari per i sacrifici, un pozzo ed il tempio della Malophoros.
Poco oltre, tra scavi che continuano, è in fase di allestimento un bellissimo antiquarium.
Selinunte venne costruita con materiale prevalentemente estratto dalle Cave di Cusa.
Neanche a raccontare delle magnificenze che Selinunte ha restituito ai musei ! La città fu la prima in Sicilia a coniare monete e quella in foto è proprio lei: una didracma d’argento del 530 a.C. circa.