Statio Philosophiana
Area di sosta dell’antichità. Basterebbe solo questo per suscitare un’infinita curiosità sul sito.
Infilata nelle campagne dell’entroterra, questo era un vero e proprio borgo che in epoca romana-paleocristiana (il suo periodo di maggior splendore), doveva essere molto frequentato dai viaggiatori.
Qua siamo in una zona di incrocio di importanti rotte siciliane: Piazza Armerina, Gela, Agrigento … ma soprattutto era nella direttrice che collegava Katane (Catania) ad Agrigentum, passando per l’entroterra, dunque. E qua era anche il fiume Gela, grande protagonista ai tempi, chiaramente navigabile.
Ancora oggi viene da immaginare i viaggiatori che qua si fermavano per far riposare i cavalli, o mangiare qualcosa in una taberna che certamente c’era o godere delle terme o pregare nella basilica.
Il toponimo Philosophiana è dovuto al rinvenimento di laterizi con il bollo Fil Sof.
L’area archeologica comprende la
statio, che sorge proprio al centro dell’intero complesso; la
basilica, situata a sud-ovest all’esterno del perimetro della città e quattro necropoli, dislocate proprio nei quattro punti cardinali.
La statio, un vero e proprio borgo, comprende: una
domus gentilizia (I secolo d.C.) che presenta alcune stanze ricoperte da cocciopesto; un
impianto termale riferibile al IV secolo d.C, leggibilissimo e con la particolarità di due piccole vasche quadrate, profonde poco più di un metro con dei sedili in pietra alla base, quasi certamente utilizzate come pediluvi; una serie di strutture di epoche successive, giustapposte all’impianto termale, tra cui due belle scale in arenaria.
Sul versante sud occidentale, all’interno della necropoli, si trova un’ interessante basilica (VII secolo d.C.), di cui rimane intatto l’impianto.
Le tombe, tutte del tipo a fossa, hanno restituito interessanti corredi (lucerne, piatti in sigillata africana, incensieri, orecchini, collane etc), in parte esposti nel
museo di Gela.