Monte Rose
Monte citato da Aristotele e da Plinio il Vecchio, e famoso nell’antichità per le sue virtuose erbe spontanee che ancora oggi, durante tutte le stagioni dell’anno, profumano e colorano il paesaggio: origano, ruta, aneto, salvia, cumino, issopo, malva, menta, melissa, timo e nepetella su tutti.
Alto 1436 metri domina la sottostante vallata del Sosio in un meraviglioso contesto naturalistico, incontaminato e selvaggio. Deve il nome ad un’abbondante presenza di rose peonie
La salita al monte Rose inizia da nord, da una mulattiera che proveniente da Prizzi passa per la contrada Monte di Mezzo. Durante la salita si attraversa il bel rimboschimento di conifere oltre a quercete e ampi campi a pascolo.
Dalla cima il panorama è chiaramente splendido, con Rocca Busambra, la Quisquina, Monte Cammarata, Monte Triona ed altri che si aprono alla vista.
La fauna è composta in gran parte da uccelli migratori, come l’upupa, da falchi pellegrini, da lepri, istrici, martore e gatti selvatici. Numerose le mantidi.