Pizzo Cane, Pizzo Trigna
Questa riserva naturale, dai folti boschi, è caratterizzata dalla presenza di rocce calcaree di epoca mesozoica che conservano diversi fossili marini, e da una ricchissima flora a leccio, querce, e sughere ed un folto sottobosco di erica e ginestra in cui si annidano una moltitudine di piccoli mammiferi.
All’interno, oltre bellissimi paesaggi sul mar Tirreno, destano curiosità le cosiddette “tacche della neve”, antichi frigoriferi del passato. Da diverse zone è possibile ammirare il sottostante paesaggio che verso sud-est si apre sul fiume San Leonardo regalando fotografie indimenticabili.
Le emergenze speleologiche riguardano alcune grotte molto particolari: grotta Brigli (ricca di concrezioni calcaree lungo i cunicoli e le sale); Grotta del Leone importante dal punto di vista ecologico perché al suo interno vive una comunità di Iberidella minore, pianta che cresce nelle grotte abitate dal bestiame; ed infine la grotta Mazzamuto, speloncaabitata dall’uomo preistorico.
Questo massiccio montuoso presenta non soltanto rocce calcaree dovute al sedimentarsi di gusci e scheletri di animali nei fondali dell’antichissimo mare dell’epoca mesozoica (250 milioni di anni fa), ma anche pareti silicee, formatesi per l’accumulo lentissimo e costante nei secoli di gusci di microorganismi (diatomee e radiolari) e di spugne silicee nei fondali marini.
La fauna è rappresentata dal falco pellegrino, abilissimo cacciatore d’uccelli, ma anche dell’aquila reale.
Nel folto del bosco si trovano cince, formidabili insettivori, e lo scricciolo.
Tra i predatori sono presenti la donnola e la martora, ma anche il gatto selvatico e la volpe.
Ma la specie più importante è certamente la lepre appenninica (foto) di eccezionale valore perché questo animale, considerato sino a qualche anno fa una sottospecie della lepre europea, pare sia una specie a se stante che vive nelle piccole valli d’alta montagna e nelle aree di macchia mediterranea.