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Regionale Paolo Orsi Archaelogical Museum (Siracusa)

Regionale Paolo Orsi Archaelogical Museum (Siracusa)

Regionale Paolo Orsi Archaelogical Museum (Siracusa)

Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi
Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi
Museo-archeologico-Regionale-Paolo-Orsi_3
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Museo di caratura mondiale, importantissimo e ricchissimo di collezioni provenienti da tutta la Sicilia.
L’edificio è intitolato all’archeologo Paolo Orsi (1859-1935), i cui scavi e studi siciliani hanno permesso di riempire musei e libri.
Questo museo è di proporzioni gigantesche.

Tanto per capirci, ecco le sue coordinate: 12.000 metri quadrati su due piani, di cui 9.000 di spazio espositivo e con un totale di oltre 18.000 ritrovamenti archeologici esposti ! Il museo illustra la preistoria e la storia di quasi tutti i siti archeologici della Sicilia orientale e centrale, sino ad età classica e, relativamente alla città di Siracusa, ad età ellenistica e romana.
Dall’aprile 2010 si è arricchito del prestigioso Medagliere, trasferito dalla precedente sede espositiva di piazza Duomo.
Per darvi un’idea della sua importanza basta guardare la foto che ci mostra quella che da tutti gli esperti del mondo viene giudicata la più bella moneta dell’antichità, di valore inestimabile: il Tetradracma di Siracusa, del V sec a.C.

La ricchezza e bellezza dei suoi reperti lo rende un colosso della museografia mondiale.

L’esposizione permanente è organizzata in tre settori (A, B, C), disposti a margherita attorno ad un cortile esagonale centrale.

Settore A
Il settore A, dedicato alla preistoria (Paleolitico superiore-Età del ferro), con un’esposizione di rocce e fossili che testimoniano le varie forme di animale nel Quaternario. Essa è preceduta da una sezione in cui vengono mostrate le caratteristiche geologiche del Mediterraneo e della zona Iblea. Non scordate di fare un salutino all’Elefante nano, scomparso abitante della Sicilia preistorica !

 

 

Settore B
Questa ala del museo è dedicata alle colonie greche di Sicilia. Superbe le collezioni, un vero e proprio trionfo della bellezza e della ricchezza e potenza della Sicilia del V secolo a.C., quando Syracusaeera la più potente città del Mediterraneo. Ricordiamo: una statua marmorea acefala di Kouros proveniente da Leontinoi (Lentini) databile al V secolo a.C.; la kourotrophos, statua femminile acefala che allatta due gemelli, dello stesso periodo della precedente ma proveniente da Megara Hyblaea; statuette votive di Demetra e Kore, una Gorgone, una testa di Augusto.
E ancora ceramiche, bronzi, statue in marmo e in terracotta, buccheri, figurine…
Sorprendente è la ricchezza e la bellezza delle opere d’arte.
Uno spazio a sé è dedicato alla ricostruzione dei templi siracusani, come quello di Apollo o quello di Atena, e alla ricomposizione di parti delle loro struttura.

Questa foto mostra una lastra in terracotta (575 a.C. circa) proveniente dall’Athenaion (Tempio di Atena) di Siracusa. Raffigura il tema del parto mostruoso della Gorgone ferita da Perseo, uno degli argomenti mitologici più presenti in Sicilia. La Gorgona, che con il suo sguardo pietrificava i nemici, è uno dei grandi simboli della Sicilia.

 

Settore C

Nel settore C sono esposti reperti delle sub-colonie di Siracusa:Akrai (664 a.C.), Kasmenai (644 a.C.), Camarina (598 a.C.), Eloro; i centri indigeni (siculi) ma ellenizzati della Sicilia orientale; e infine anche reperti, di Gela ed Agrigento, le altre due grandi colonie greche dell’area.

Anche questa sezione è ricchissima di reperti di tutti i tipi, come vasi in terracotta, statue policrome in terracotta, armi, pinakes (quadretti) di terracotta, bronzi, bronzetti, sarcofagi, e perfino alcune rarissime statuette in legno.

Settore D
Questo settore, posto al primo piano, conserva reperti di epoca ellenistico-romana. E’, forse, il lato più prestigioso del museo.
Di grandissimo prestigio, uno dei grandi simboli del museo, è la superba Venere Landolina una scultura marmorea, copia romana di un originale greco della prima metà del I secolo a.C.
L’opera dovrebbe rappresentare Venere al bagno, nella posizione pudica. Essa infatti si copre con la destra il seno, ruotando elegantemente la testa, e con la sinistra regge un panno calato sui fianchi, che si apre teatralmente gonfiato dal vento, rivelando le gambe della dea.
La bella dea aveva scatenato l’immaginazione dello scrittore francese Guy de Maupassant, uno dei grandi viaggiatori settecenteschi, che nel 1885 sbarcò in Sicilia con il chiodo fisso di vedere questo capolavoro: « Fu probabilmente lei che mi decise ad intraprendere il viaggio; parlavo di lei e la sognavo in ogni istante, prima ancora di averla vista. […] è la donna così com’è, così come la si ama, come la si desidera, come la si vuole stringere. […]. La Venere di Siracusa è una donna, ed è anche il simbolo della carne. »
Altro capolavoro è il monumentale sarcofago di Adelfia, rinvenuto nel 1872 nelle catacombe di San Giovanni.
Nel bellissimo giardino del museo, già appartenuto a Villa Landolina, sono visibili i resti della necropoli grecaarcaica, del sistema stradale di epoca ellenistica, di ipogei pagani, ed alcune sepolture di non-cattolici morti a Siracusa nel primo Ottocento, fra le quali è celebre il monumento funebre del poeta tedesco August von Platen (1796-1835).

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